Albert Nelson (25 aprile 1923 – 21 dicembre 1992), conosciuto con il nome d’arte Albert King, è stato un chitarrista e cantante americano spesso considerato uno dei più grandi ed influenti chitarristi blues di tutti i tempi. È forse meglio conosciuto per il suo popolare ed influente album Born Under a Bad Sign (1967) e la sua traccia presa dal titolo. Lui, B.B. King e Freddie King, tutti non imparentati, erano conosciuti come i “Kings of the Blues”. Il re mancino era noto per il suo “suono profondo e drammatico che era ampiamente imitato sia dai chitarristi blues che rock”.
Una volta era soprannominato “The Velvet Bulldozer” a causa del suo canto dolce e delle sue grandi dimensioni: era più alto della media, con fonti che riportavano 6 piedi 4 pollici (1,93 m) o 6 piedi 7 pollici (2,01 m), e pesava 250 libbre ( 110 kg) – e anche perché all’inizio della sua carriera guidava un bulldozer in uno dei suoi lavori quotidiani.
King è stato inserito nella Blues Hall of Fame nel 1983. È stato inserito postumo nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2013. Nel 2011 è stato classificato al 13° posto nella classifica dei 100 più grandi chitarristi di tutti i tempi stilata da Rolling Stone.
Lucy numero 1
La Lucy “originale”, che prende il nome da Lucille Ball, era una Gibson Flying V del 1959 per destrimani, fatta di korina, ed è la chitarra che King usò in quasi tutte le registrazioni importanti che fece per la Stax Records. La chitarra è stata rubata ma successivamente recuperata. King la acquistò ai tempi di St. Louis, alla fine degli anni ’50, quando la sua carriera stava cominciando a decollare. Mantenne il nome segreto per un po’, per qualche motivo, e poi lo rivelò come Lucy; La Stax sfruttò la rivelazione pubblicando il singolo “I Love Lucy”, che divenne un successo nel 1968.
King ha suonato anche una seconda Flying V, un modello del 1966, dopo che il suo modello del 1959 è stato rubato. Secondo quanto riferito, questo gli è stata data dalla Gibson; questa è la chitarra che ha usato per registrare “Born Under a Bad Sign”. La V del 1959 venne recuperata e fu ritirata nel 1974, per far posto alla seconda Lucy.
Lucy numero 2
La seconda Lucy fu realizzata dal liutaio Dan Erlewine, che aveva visto King quando quest’ultimo suonò all’Ann Arbor Blues Festival nel Michigan nel 1970, e nel 1971 aveva incontrato King ad uno spettacolo ad Ann Arbor. Si offrì di costruirgli una vera V per mancini con un pezzo di noce nero vecchio di 125 anni. King acconsentì e il giorno dopo venne al negozio di Erlewine, dove Erlewine misurò la sua chitarra e prese appunti. King chiese che il suo nome fosse intarsiato sulla tastiera e il nome “Lucy” sulla paletta. Questa Lucy fu consegnata a King nel maggio 1972. La chitarra fu ritastata (dal cugino di Erlewine Mark, in Texas) alla fine degli anni ’70 o all’inizio degli anni ’80, e subì riparazioni a Memphis dopo essere rimasta sott’acqua per 24 ore a causa di un tornado a metà degli anni ’80. Erlewine vide di nuovo la chitarra nel 1989 e fece dei lavori ai tasti e altre piccole riparazioni. Da allora Erlewine ha realizzato numerose copie, tutte dalla stessa lastra di noce; Erlewine ha detto nel 2009 di avere abbastanza legno per realizzare circa 20 Lucy.
Le Lucy e STEVEN SEAGAL
In un tranquillo canyon boscoso, beatamente lontano dal trambusto della vicina Hollywood e dal ruggito della Pacific Coast Highway, si trova il rifugio molto privato e Shangri-La di Steven Seagal, noto attore cinematografico, maestro di arti marziali e appassionato di blues. -chitarrista/fanatico. Lì, ricarica le sue batterie creative e spirituali tra progetti e esigenze di carriera, circondandosi di manufatti asiatici e orientali, in un ambiente tranquillo che riflette la sua fusione tra californiano ed orientale.
Lì ospita anche gli intenditori in pellegrinaggio occasionale in quello che è diventato un vero e proprio museo della chitarra blues e probabilmente la più bella collezione di tali strumenti al mondo. Accanto a mobili persiani intarsiati, lucenti arazzi di seta e sereni arazzi provenienti dall’Estremo Oriente ci sono file di pile Marshall vintage e custodie che custodiscono i tesori dei re. No, non il re Nabucodonosor né i re delle dinastie Shang e Yin, queste sono custodie per chitarra contenenti strumenti iconici dei re del blues americano: Freddie, B.B. King ed Albert. Questo è il mosaico eclettico e inclusivo del mondo multiculturale di Seagal.
Seagal ha raggiunto ammirazione e notorietà tra i devoti del blues per la sua custodia di queste classiche “asce” americane, precedentemente di proprietà di leggende come i Kings, Bo Diddley, Stevie Ray Vaughan, Buddy Guy, Howlin’ Wolf, Muddy Waters e Jimi Hendrix. A differenza di molti dei suoi egocentrici colleghi cinematografici, ha messo i soldi dove dice, impiegando tempo, risorse e sforzi per salvare e restaurare innumerevoli strumenti storici che piangono dolcemente.
Stay connected